La pratica del mountain biking richiede un certo grado di autosufficienza. Per tale motivo il biker dev’essere munito di un certo equipaggiamento, generalmente raccolto in uno zaino o appendici per la bicicletta, che gli permetta di superare problemi meccanici, meteorologici, d’orientamento e lo protegga da eventuali incidenti. Anche un kit di primo soccorso può essere raccomandabile.

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Accessori

Attrezzi: sciolti o combinati in un multitool, possono comprendere in ordine di importanza cacciagomme e pompa, chiavi a brugola, cacciaviti, smagliacatena, tiraraggi.

Ricambi e scorte per le riparazioni: una o più camere d’aria, toppe e vulcanizzante, un forcellino del cambio, pezzi di catena, robusto nastro adesivo e/o fascette da elettricista, pastiglie dei freni, un cavo per il cambio, un copertone. In gruppi numerosi ed escursioni lunghe è assai conveniente portare anche dei ricambi meccanici distribuiti fra i partecipanti. In generale è comunque importante sapersi arrangiare.

Strumenti per l’orientamento: nel cicloescursionismo è fondamentale un GPS cartografico, e in altri casi o come riserva cartina, bussola e altimetro.

Abbigliamento

In considerazione della natura avventurosa di questo sport, il biker può affrontare condizioni molto variabili: per questo l’abbigliamento è studiato in generale per essere un compromesso fra traspirabilità, protezione dal vento e dal freddo. Nel cross country è diffuso lo stesso abbigliamento del ciclismo su strada. Nelle discipline più tecniche invece è comune abbigliamento meno aderente e in particolare pantaloni robusti in nylon, resistenti alle abrasioni e agli strappi.

Spiccano nell’abbigliamento le scarpe: oltre a quelle appositamente studiate per i pedali con attacchi automatici, simili a quelle da strada se non per una suola più tassellata, ne esistono in commercio di tradizionali (per i pedaliflat) che hanno una struttura più robusta per proteggere da colpi e cadute e una suola che aderisce meglio ai pin. Esistono anche delle soluzioni ibride.

Protezioni

Casco: è il primo elemento protettivo, talmente imprescindibile che non viene considerato parte del gruppo “protezioni”. I più leggeri da cross country, quelli da all mountain sono simili, ma coprono meglio la nuca e possono avere una mentoniera staccabile, infine nel freeride e downhill si usano caschi integrali come quelli da motociclismo.

Occhiali e mascherina: importanti perchè prevengono non solo che schizzi di fango o terra possano finire negli occhi, ma anche eventuali danni dovuti ad urti con rami ed altro, specie in caso di caduta.

Guanti: proteggono dai graffi e dagli urti che arbusti ed alberi possono causare alle dita, oltre che da abrasioni al palmo della mano in caso di caduta. Alcuni modelli hanno delle imbottiture sotto al palmo che mitigano i problemi dovuti a pressione e vibrazioni, e hanno protezioni rigide sulle nocche per le discipline più veloci.

Ginocchiere e gomitiere: il loro uso è diffuso in tutte le discipline a parte il cross country. Il livello di protezione può variare: esistono protezioni morbide (più adatte alla pedalata) o con guscio duro, limitate all’area dell’articolazione o prolungate su gamba ed avambraccio. È pratica comune indossarle solo al momento della discesa.

Pettorina e paraschiena: il paraschiena protegge la spina dorsale, la pettorina anche il costato e le spalle. Essendo invadenti e caldi, il loro uso è diffuso solo nel freeride e nel downhill, ma va notato che esistono zaini che incorporano un paraschiena.

Collare: serve a limitare torsioni e schiacciamenti a carico del collo, ma solo se usato con casco integrale: senza, può essere controproducente.

Le protezioni hanno un forte effetto psicologico. Sentirsi sicuri può infatti prevenire errori dovuti ad un’esitazione tardiva, ma un eccesso di sicurezza può essere controproducente. Per questo, un ultimo strumento di sicurezza è sicuramente l’assicurazione sportiva, da sottoscrivere prima di dedicarsi al mountain biking.