Da anni è di gran moda tra le dive e le modelle per fare sport e tonificarsi in modo originale e divertente. Sulla scia di questo fenomeno di costume si è diffuso anche sulle nostre spiagge questa variante del surf in cui si sta in piedi su una longboard e ci si sposta utilizzando una pagaia. Ma che cos’è di preciso il Paddle Surf, o meglio Stand Up Paddle? SUP per gli amici…

06_18_paddle02Storia
Diciamo subito che non è una novità assoluta. Le prime testimonianze risalgono addirittura alla fine del XVIII secolo con i diari di James Cook, l’esploratore inglese, primo europeo a sbarcare alle Hawaii, che osservò indigeni pescare con delle lance stando in piedi su delle rudimentali tavole e utilizzare dei remi per spostarsi. Ma la nascita ufficiale si fa risalire agli anni ’50 con i Waikiki Beachboys grazie a Duke Kahanamoku, cui si deve la riscoperta del Surf da onda, e Bobby Ah Choy che ebbe l’idea di scattare foto in acqua e quindi più vicino all’azione con una prospettiva completamente diversa e più realistica dei surfisti. Si fece prestare un remo e pagaiando su un longboard arrivò, senza cadere, nei pressi del break point, immortalando l’azione per la prima volta dall’acqua. Questa tecnica venne ripresa circa vent’anni dopo da John Zabatocky che iniziò ad uscire con una longboard e remo per scattare foto agli altri surfer e poi adottò questa tecnica come suo unico modo di surfare. La vera svolta sportiva avvenne grazie al mitico Laird Hamilton e Dave Kalama, che ne gettarono le basi per la sua riscoperta e definitivo successo. Prima iniziarono ad allenarsi con le canoe tandem per provare nuove emozioni e per prendere onde sempre più grandi. Da qui svilupparono il concetto di una tavola capace di far prendere onde enormi e forti, affinando lo shape delle tavole da SUP e del remo. Infine nel 2004 Brian Keaulana introduce lo stand up paddle come una vera e propria disciplina sportiva.

06_18_paddle03Cos’è
Il SUP può rientrare in quella categoria di sport acquatici “crossover” cioè che uniscono caratteristiche e tecniche prese da altre discipline e riescono ad intercettare così un pubblico trasversale e più vasto delle attività originarie come il Surf da onda, il Kayaking, il Windsurfing e il Kiteboarding. Anche se a prima vista può sembrare noioso in realtà il SUP risulta divertente e appagante anche senza l’adrenalina del surf. Il suo successo è legato al piacere di fare cruising lentamente lungo la costa, godersi il mare da una nuova prospettiva e nel frattempo fare un eccellente allenamento. Poi rispetto a un longboard da surf classico, di cui abbiamo parlato qui, c’è la possibilità di surfare onde non solo più piccole, ma anche in anticipo, visto che le tavole SUP sono più grandi. La tecnica di surfata è poi fondamentalmente la stessa ma in più hai il vantaggio di poter usare il remo non solo per migliorare l’equilibrio, ma anche per effettuare manovre molto radicali immergendone la pala durante la surfata e facendolo dunque fungere da pinna mobile. Trovandosi in posizione eretta sulla tavola già prima della surfata è anche più semplice selezionare le onde migliori dei set. Ultimi vantaggi consistono nel fatto di poter andare in acqua ed allenarsi con continuità anche in situazioni di poco vento, e di poterlo praticare su qualsiasi specchio d’acqua, anche un lago va bene, non è necessario essere a Malibu!

06_18_paddle04Come iniziare
Il SUP è estremamente facile e intuitivo da apprendere anche da autodidatta, basta avere l’attrezzatura giusta e avere l’accortezza di uscire almeno le prime volte con mare calmo e stare vicino alla costa. Esistono diversi corsi ma non essendoci certificazioni CONI per gli istruttori è difficile imbattersi in insegnanti che abbiano le capacità giuste quindi non c’è alcuna garanzia in merito, sia in termini tecnici che di insegnamento. Resta comunque il fatto che il costo di un corso non è molto lontano da metà di quello di una tavola usata in buono stato o, se vuoi, da quello di una pagaia nuova di qualità e la tecnica base di pagaiata può essere appresa semplicemente osservando qualche video su Youtube, fermo rimanendo che essa è del tutto naturale, un pò come camminare. I requisiti richiesti al paddler non sono dissimili da quelli necessari per praticare sport acquatici e con un minimo di pericolosità dato che si svolge in ambiente piuttosto mutevole. Quindi acquaticità, cioè saper nuotare e in generale saper stare in acqua; una buona forma fisica ed essere in salute; avere conoscenze base di meteorologia e consapevolezza dei rischi, essere in grado di interpretare le previsioni e possibilmente le carte meteomarine, almeno a livello basico; avere consapevolezza dei propri limiti; e last but not the least avere rispetto per il mare e per tutti coloro che lo frequentano sia a livello ricreativo che professionale.
Aggiungiamo pochi suggerimenti introduttivi: sul paddle indirizza lo sguardo nella direzione di avanzamento non lateralmente; abbassa il baricentro per migliorare l’equilibrio, mantenendo le gambe e la schiena leggermente piegate; sfrutta il punto di massima larghezza della tavola (dove è più stabile) posizionando le gambe in corrispondenza di esso.

06_18_paddle01Materiali
A livello di materiali una tavola, una pagaia, un leash e abbigliamento tecnico opportuno per le varie stagioni sono tutto quello di cui hai bisogno. Il principiante deve necessariamente orientare la propria scelta su una tavola in grado di assicurare una buona stabilità laterale e galleggiabilità. Sotto certi aspetti la lunghezza diventa un fattore deleterio a parità di volume e larghezza. In questo caso, infatti, la distribuzione del volume, appunto, su una maggiore lunghezza comporta un peggioramento della stabilità laterale della tavola laddove essa è maggiormente richiesta, vale a dire nell’area di stance di pagaiata. Un principiante non dovrebbe comunque scendere sotto lunghezze pari a 9 piedi. Occorre anche aggiungere che acquistare una tavola gonfiabile per iniziare può rappresentare un’ottima soluzione, vuoi per il miglioramento costante della tecnologia di fabbricazione di questa tipologia di tavole, sempre più rigide e leggere, vuoi per ovvi motivi di migliore trasportabilità e stoccaggio. La pagaia è il motore della nostra tavola e ne va utilizzata una di lunghezza opportuna per la propria altezza. Una pagaia troppo lunga consente di minimizzare la fatica ma incrementa la tendenza della tavola a mutare direzione nel verso opposto rispetto al lato di pagaiata. Per contro, una pagaia più corta genera un maggiore affaticamento in quanto obbliga il paddler a mantenere una posizione più raccolta con gambe e schiena piegate ma si adatta a tavole più corte. In base a queste considerazioni, suggeriamo l’impiego di una pagaia tagliata o regolata ad almeno 8 cm in più rispetto alla propria altezza. Per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico deve garantire protezione dal sole in estate e dal freddo nelle mezze stagioni e in inverno, quindi una muta per i periodi freddi e pantaloncini preferibilmente di lycra per l’estate. Ultimo punto, il leash cioè il laccio che ti lega alla tavola per limitare il pericolo che essa possa ferire bagnanti ed evitare che venga trascinata via dai frangenti.

Un consiglio finale: prima di buttarti a capofitto nel paddle surf sottoscrivi qui una polizza Multisport.