L’attrezzatura è ovviamente fondamentale per la buona pratica del kitesurfing. Per iniziare a praticare questo sport sono necessari un aquilone o ala (non “vela”) completo di barra, linee e leash di sicurezza del kite; tavola da kitesurf; trapezio con coltellino taglialinee; attrezzatura di sicurezza.

La scelta dell’attrezzatura dipende da due variabili: dal peso del kiter (chi guida l’aquilone) e dalla situazione ventosa della zona di pratica. Il concetto base è questo: meno vento c’è più deve essere grande l’ala per sollevare lo stesso peso, cosa che incide quasi in analoga maniera anche sulle dimensioni della tavola. Per esempio: un rider di 90 kg avrà bisogno di un’ala più grande e di una tavola più larga per planare (così si chiama il surfare col kite) nelle stesse condizioni di vento di un rider di 70 kg.

Benché una singola combinazione ala+tavola ci consentirà di praticare nella maggior parte delle condizioni, bisogna notare che non esiste un’attrezzatura per tutte le situazioni di vento e mare:

  • le misure delle ali normalmente sin commercio vanno dai 4 m² ai 17 m² (le più usate sono quelle da da 7 a 12 m²);
  • le linee che collegano il kiter all’ala hanno lunghezze comprese tra dai 22 ai 27m, a seconda dell’utilizzo, ma in situazioni di vento particolarmente forte o per imparare si può usare un set di cavi più corti dello standard (da 5m a 15m);
  • alcune differenze di dimensioni ci sono anche tra tavole lightwind (più larghe e lunghe) e le tavole per vento più forte (più strette e corte, simili alle tavole da wakeboard).

Trattandosi di uno sport relativamente nuovo i prodotti si evolvono continuamente a un ritmo che assomiglia più a quello dei componenti informatici che a quello degli attrezzi sportivi: per questo il mercato dell’usato è così florido. Le ali e le tavole vengono differenziate non solo per dimensioni ma anche per anno di produzione, ed a volte bastano pochi mesi di distanza per rendere obsoleto un progetto.

La forma (detto anche lo shape) del kite ne determina la effettiva superficie realmente esposta al vento, condizionandone la relativa potenza sviluppata. In base a questa caratteristica, gli aquiloni sin dal 2006 si differenziano nelle seguenti categorie:

  • SLE (di cui una particolare tipologia è anche i Bow-Kite): sono kite con la LeadingEdge (LE) supportata da un sistema di briglie che ne mantengono una forma più piatta, massimizzando la superficie esposta. Permettono un range di utilizzo molto più ampio dei C-Kite rispetto alla stessa misura: tipicamente, un C-Kite 12 m2 può essere usato da 15 a 20 nodi, alcuni Bow/SLE possono essere utilizzati da 12 fino a 26-28 nodi.
    Offrono una potenza specifica dell’ordine del 30/35% maggiore e sono in grado di assorbire raffiche sostenute di vento grazie al sistema di brigliatura che ne consente una grande variazione dell’angolo di attacco ed un ingegnoso sistema di carrucole: in pratica sventano di più.
    Attualmente quasi tutti questi tipo di kite sono pilotati da un sistema di 4 linee. Gli SLE possono o no presentare sistemi di carrucole per le back lines ciò ne influenza la risposta (il feedback) al rider: in genere più immediata in quelli senza carrucole.
    In breve, sono caratterizzati da una maggiore sicurezza e consentono di ridurre drasticamente, ma non certo annullare, l’azione di trazione del kite. Questo ne ha proiettato il successo negli ultimi tempi, soprattutto per l’utilizzatore “freerider” e per gli appassionati di “wave”, che possono surfare con la spinta dell’onda annullando quasi totalmente la trazione del kite.
  •  C-Kite: erano i classici aquiloni gonfiabili fino all’avvento degli SLE; la struttura principale (LeadingEdge e Struts) è mantenuta rigida grazie a delle camera gonfiate a pressione (aria) detta bladder. Essendo galleggianti ne è facile il rilancio dall’acqua. Sono pilotati da un sistema di 4 o 5 linee/cavi.
    Oggi coprono la nicchia dei kiters avanzati (freestyler) in quanto, essendo meno potenti se tenuti fermi e con meno inerzia alla rotazione, risultano più facili per questa disciplina. Di contro potendo raggiungere maggiori velocità di rotazione possono dare una più spinta più esplosiva per alcuni tipi di manovre.
  • Kite Ibridi: oramai estinti erano dei mix erano degli ibridi tra C-Kite nei quali vengono innestati i concetti chiave degli SLE. Comparsi dal 2007, quando i progettisti hanno cercato di coniugare i pregi dei C-kite (risposta veloce ai comandi, ovvero elevata turning speed) con quelli dei Bow-kite (elevato depower).
    Oggi, a causa della molteplice offerta di shape negli SLE è difficile tracciare una reale netta distinzione tra SLE ed il vecchio concetto di kite ibridi.
  • Foil: sono aquiloni che non hanno bisogno di essere gonfiati con una pompa, le loro camere si auto-gonfiano volando e mantengono la forma al kite, sono più lenti dei gonfiabili ma molto stabili. Si trovano in versione supportata/brigliata (SLE) o a 4/5 linee dirette. Quelli marini, possono essere usati sia in acqua che sulla neve o sulla terra (Landboarding). Nella versione con brigliatura possiedono prestazioni in vento leggero ottime a prezzo di una lentezza di conduzione. Sono poco diffusi a causa dei costi elevati nella versione brigliata.

Il Kiitesurfing è uno sport giovane e appassionante, ma può essere anche molto pericoloso! Assicura te e chi ti sta intorno con un polizza multisport.