Rugby è il nome generico con cui vengono intesi due sport di squadra con le loro varianti, differenziatesi nel Regno Unito alla fine del XIX secolo: rugby union (con 15 elementi per squadra) e il  rugby league (con 13 elementi per squadra). Al di là delle differenze del numero di giocatori, le due discipline hanno regolamenti differenti e sono considerate indipendenti l’una dall’altra.

La storia del rugby propriamente detto è unitaria fino al 1895, anno della scissione professionistica del rugby a 13; da allora ci si riferisce più propriamente a rugby a 15 o a 13, benché in diversi Paesi in cui la disciplina del rugby a 13 è sconosciuta o pochissimo praticata il termine rugby intenda solo la disciplina a 15.

Storia

William-webb-ellisLa leggenda attribuisce a William Webb Ellis, uno studente della città di Rugby, l’invenzione dell’omonimo gioco: nel 1823, in occasione di una partita di football giocato con regole ancora non standardizzate, William Webb Ellis raccolse la palla con le mani e iniziò a correre verso la linea di fondo campo avversaria per poi schiacciarla oltre la linea di fondo campo urlando: META! Questo gesto stupì ed incuriosì molte persone, che iniziarono a praticare questo sport.

La mancanza di uniformità di regole fra i vari modi di giocare a football causò una prima scissione: nel 1863 i rappresentanti di un gruppo di club inglesi decise di adottare le Regole di Cambridge e fondarono la Football Association, dando così vita a quello che sarà conosciuto come soccer. I club che mantennero le Regole di Rugby fondarono nel 1871 il proprio organismo ufficiale: la Rugby Football Union.

La seconda separazione avvenne all’interno della Rugby Football Union nel 1895 quando alcuni club del nord dell’Inghilterra formarono la Rugby Football League, la quale ben presto iniziò ad apportare profondi cambiamenti alle regole; le versioni ufficiali del rugby erano a quel punto due, si rese necessario distinguerli anche nel nome: il rugby union era quello gestito dalla RFU e il rugby league quello disciplinato dalla RFL.

Cultura

In molti paesi di cultura anglosassone il rugby era storicamente considerato uno sport elitario e rigorosamente amatoriale, vale a dire praticato per lo più da membri delle classi agiate. Da questo modello si distaccò la Rugby League dando vita ad una disciplina di stampo semi-professionistico praticato dalle classi medie e lavoratrici.

Un superamento di questi stereotipi ideologici si realizzò ben presto e in Inghilterra, lo sport, viene presto inserito nel sistema delle public school, mentre nei villaggi del Galles nascono i piccoli club che associano operai, minatori e piccola borghesia. Dagli anni novanta in poi, con l’avvento del professionismo, molto è cambiato, anche se lo spirito originario è rimasto immutato.

A causa della natura molto fisica dello sport, il mondo del rugby disapprova il comportamento antisportivo, poiché anche una lieve infrazione delle regole potrebbe provocare seri infortuni o addirittura la morte. Proprio per questo le federazioni rendono più rigide le regole e i club dilettantistici danno molta importanza all’assicurazione sportiva.