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Tutti i pediatri consigliano il nuoto per i neonati, che propriamente, si chiama idrochinesiologia, e tutte le piscine offrono corsi specifici per bimbi da 0 a un anno. Non c’è un’età giusta per portare i bambini in piscina.

Il primo beneficio che un bimbo riceve dall’idrochinesiologia è il senso di libertà smisurato con cui viene in contatto che lo aiuterà fin da subito ad imparare a coordinare i movimenti, senza sentirsi vincolato dal suo peso. Muoversi in acqua ricorda infatti al bambino i suoi primi movimenti nell’utero materno ed in un certo senso ciò lo tranquillizza. Questi ricordi infatti per lui sono gli unici di cui dispone e ricollegarsi ad essi è la cosa migliore che possa capitargli nel momento dell’apprendimento di un’abilità.

Dal punto di vista motorio, l’esperienza del nuoto è preziosa perché insegna ai bambini come dovranno muoversi sulla terraferma. È qui che sperimentano l’equilibrio ed imparano a gestire la loro massa corporea. In acqua la spinta che ricevono dal basso li aiuta a sostenersi proprio nel momento cruciale in cui imparano i primi movimenti. Spesso, durante i corsi di nuoto, sono forniti ai bambini degli strumenti di sostegno che li guideranno con più sicurezza al traguardo. Tappetini di gomma o giubbottini gonfiabili ed ancora anelli galleggianti. Man mano che il bimbo cresce questi strumenti diventeranno sempre più piccoli fino a scomparire del tutto.

In secondo luogo chiunque accompagni il bambino in acqua instaurerà con lui un legame più forte, poiché l’elemento dell’acqua, che è il suo bagaglio di esperienza, unito all’intimità col genitore proprio in quella circostanza, sarà un’associazione di ideee automatica.

Inoltre in acqua le ansie si riducono ed i nervi si rilassano e sia il bimbo che il genitore possono vivere un momento di pura comunione di anime. Ecco perché è sempre preferibile che sia il papà ad accompagnare il bimbo in acqua. Con la madre, infatti, il bimbo ha già un legame forte e se anche il padre si associa all’elemento acqua è possibile ipotizzare che si crei con lui quasi lo stesso legame istintivo che ha con la madre. Nulla toglie che i genitori si possano alternare nell’accompagnare il figlio in piscina, purché si crei una certa stabilità di orari, nel senso che la piscina deve diventare un punto di riferimento costante per il bambino, affinché lui possa godere a pieno dei suoi benefici.